Artista e musicista, trombonista, cresciuta sulla sponda magra del Lago Maggiore, milanese di nascita.
Allieva di Luciano Fabro, sviluppa una pratica che intreccia memoria e materia, cercando in ogni progetto di raccontare una storia, di restituire vita a ciò che è stato, di offrire una nuova possibilità al passato. Da qui nasce il suo interesse per il restauro, inteso come gesto di cura e di ascolto.
Nelle sue installazioni predilige materiali fragili, effimeri, destinati a trasformarsi, sapone, tessuto, carta, come testimonianza della caducità della vita e della sua bellezza transitoria. La sua ricerca è una meditazione sul tempo, sulla dissolvenza e sulla possibilità di rinascita.
Anche nella musica questa tensione si ripete: l’improvvisazione diventa spazio di libertà, accadimento, presenza nel momento. Come nei quadri di Artemisia Gentileschi, ogni suono nasce da un racconto, da un’esperienza incarnata.
Per il progetto L’arte è una fatica inutile, Francesca Petrolo è ideatrice, insieme a Umberto Cavenago, e figura simbolica: madrina di Ercole, la scultura che per anni ha vegliato su di lei sotto il portico di casa, a Ticinallo, mentre correva in bicicletta con la sua banda di cugini. Oggi, in questo progetto, quel legame si riattiva come un dialogo circolare tra passato e presente, dove l’opera diventa compagna di viaggio e custode di un intreccio di infanzia, memoria e arte.
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