Artista di nascita mediterranea (Rapallo) e di adozione mitteleuropea, vive e opera a Steffisburg, in Svizzera
La sua pratica artistica spazia tra installazione, video, fotografia e design. La sua opera si colloca su un terreno di confine tra l’urgenza comunicativa, interiore e individuale, e un impulso empatico verso l’esterno, la collettività e la partecipazione solidale a un progetto comunitario, traendo da questo connubio le sue motivazioni etiche, estetiche ed emozionali.
In L’arte è una fatica inutile, de Luca esplora una poetica dell’essere, del tempo e del vuoto. Egli trasforma il vissuto in un tempio della memoria, una memoria che si manifesta in forma figurale piuttosto che immaginale, immateriale anziché fisica, e al contempo mentale e sensoriale. Questa memoria è fenomenologicamente percepibile con lo sguardo e intelleggibile a livello emozionale. È il vissuto quotidiano, con la sua banalità e le sue usure, ad abitare lo spazio, lasciando le impronte figurali ma immateriali della sua esistenza. Il suo lavoro non rappresenta un passaggio dal concreto all’astratto, ma piuttosto dalla presenza all’assenza.
La sua riflessione sulla “dodicesima fatica di Ercole” approfondisce ulteriormente questa dualità. Il mito di Ercole, con il suo intrinseco dualismo tra presenza e assenza, diviene una metafora della condizione umana. L’uomo si trova diviso tra il desiderio di trascendenza e i limiti della propria mortalità. La lotta di Ercole è una lotta per la trascendenza e l’ascesa al divino, una lotta che si svolge però sempre nel contesto della sua condizione mortale.
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