Ogni progetto è un’ipotesi aperta, una costruzione instabile che rifiuta la forma compiuta per restare nella soglia del possibile
Giancarlo Norese abita il confine tra arte e vita. Dal gesto minimo costruisce relazioni, dispositivi, alleanze. Nato a Novi Ligure nel 1963, vive in perenne transito tra le città dove trova interessi e stimoli, muovendosi come un viaggiatore del pensiero più che come un residente.
La sua pratica si nutre di collaborazione e rischio. Fondatore di esperienze come Lac o Le Mon, attraversa editoria, workshop, residenze, azioni pubbliche.
Norese lavora per sottrazione, sposta l’attenzione sul frammento, sul residuo, sull’errore. L’arte diventa così un dispositivo di conoscenza fragile, che interroga più di quanto affermi. Nessuna monumentalità, ma tracce, appigli, corrispondenze.
La sua fedeltà è alla fatica del fare: mentale, relazionale, collettiva. In un tempo che celebra la visibilità, Norese sceglie il margine, il luogo dove le idee si contaminano e il pensiero si misura con l’imperfezione del reale.
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