Le 12 fatiche

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La Cerva dalle corna d’oro è la terza delle dodici fatiche di Ercole

Artisti invitati all'azione: Susana Baumgartner e Cosimo Filippini
La Cerva dalle corna d’oro rappresenta, tra le fatiche di Ercole, un momento di passaggio: dall’azione eroica alla riflessione morale. Non si tratta più di vincere un nemico o di superare un ostacolo con la forza, ma di misurarsi con il limite, con la necessità di trattenere l’impulso distruttivo per restituire valore alla vita.
La cerva, animale sacro ad Artemide, è simbolo di purezza e di bellezza intangibile. Le sue corna d’oro e i suoi zoccoli di bronzo non indicano soltanto una condizione di eccezionalità, ma alludono alla sacralità della natura, alla sua resistenza a essere posseduta. Ercole, nel tentativo di catturarla viva, si trova dunque di fronte a una prova diversa: non l’affermazione della propria forza, ma il controllo su di essa.
L’inseguimento che dura un anno intero diventa allora una metafora del rapporto tra l’uomo e il mondo: l’uomo che insegue la conoscenza, che cerca di comprendere senza distruggere. La ferita leggera che infligge all’animale è un segno di contatto, non di dominio.
In questa fatica, Ercole abbandona la dimensione mitica dell’eroe invincibile per entrare in quella etica dell’uomo che apprende la misura. La cerva dalle corna d’oro è, in questo senso, un’immagine di equilibrio: l’arte e la conoscenza non come conquista, ma come dialogo, come inseguimento interminabile dell’inaccessibile bellezza del mondo.